Quindi che soluzione potremmo adottare per rendere la prima emergenza meno urgente?
Una possibile strada da percorrere è l’insegnamento delle
abilità mentali ai giovani atleti, li aiuterebbe a gestire più efficacemente le pressioni che vengono dal mondo esterno ed essere più felici, più fiduciosi, più sicuri di sé stessi.
Come fare?
Con l’aiuto di una figura professionale sempre più ricercata, il
Mental Coach o Allenatore Mentale.
Una delle sue caratteristiche è che si prende cura dei suoi atleti pensando a loro in termini di
potenzialità e non di prestazione.
Prendersi cura delle sue potenzialità è un modo per dimostrargli di avere fiducia in lui.
La potenzialità è ciò di cui l’individuo è naturalmente capace, più ciò per cui si è allenato, mentre la prestazione è data dalle potenzialità meno le interferenze esterne (ad esempio il pubblico, i genitori, l’allenatore, gli avversari).
La componente fisica, tecnica e quella mentale non sono disgiunte tra di loro, l’
allenamento delle abilità mentali con un’applicazione costante e la padronanza delle tecniche, aiuta il giovane atleta a
sviluppare quelle abilità necessarie ad ottenere delle ottime prestazioni, a fargli vivere l’esperienza sportiva con divertimento, fiducia e
consapevolezza dei propri mezzi.
Il Mental Coach non fornisce alla persona le proprie soluzioni, ma lo aiuta a trovarne delle altre, secondo quanto è giusto ed utile per lui.
Quindi diminuendo il numero di giovani che abbandonano precocemente l’attività sportiva con l’insegnamento delle abilità mentali, riusciremmo in qualche modo ad agire anche sulle altre due emergenze che stanno coinvolgendo lo sport: la lotta all’obesità e il contrasto alla sedentarietà?
Cosa ne pensi?
Hai vissuto personalmente queste situazioni nella tua esperienza sportiva o stai vivendo esperienze simili con i tuoi figli, con i tuoi atleti?
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